domenica, maggio 20, 2007

COME INTENDO LA PITTURA

Ora che sono riuscito a mettere alcuni quadri sul blog, avrete la possibilità di mettere a confronto quello che ho scritto sulla mia maniera di intendere la pittura ed i quadri che ho realizzato.
Vincent

sabato, maggio 19, 2007

GALLERIA D'ARTE MODERNA

IL PECCATO ORIGINALE
OLIO SU TELA 80 X 120


L'ANNUNCIAZIONE
OLIO SU TELA 60 X 80


LA NATIVITA'
OLIO SU TELA 60 X 80


LA CROCIFISSIONE
OLIO SU TELA 120 x 180



MISERICORDIA ET MAGNA SPES
OLIO SU TELA 50X70

sabato, aprile 14, 2007

La casa del silenzio

In cucina:
un televisore acceso, un frullatore impazzito che sovrasta la voce del presentatore televisivo, una tavola apparecchiata per quattro, la pentola a pressione che fischia, una donna al frullatore, un uomo che vede il programma televisivo senza capirne una parola;
In una cameretta:
Una ragazza sedicenne seduta sul letto scrivendo sms al cellulare, un giradischi che suona musica rock a tutto volume, una tartaruga immobile in un'ampolla di vetro;
Nell'altra cameretta:
Un ragazzo ventenne che naviga su internet ascoltando musica alla radio a forte volume, un televisore acceso senza volume, un cellulare che lampeggia senza suoneria.
Poi d'un tratto: Tutti a tavola, la cena è pronta!
Tacciono il frullatore, la pentola a pressione, il giradischi, la radio; si spegne il televisore della stanzetta mentre il computer resta in stand by, i cellulari vengono riposti nelle tasche.
Non si sente neanche una parola solo il tintinnio delle posate, sovrastato dalla voce a basso volume del presentatore televisivo che nessuno ascolta.
Vincent

sabato, marzo 03, 2007

Omaggio a Luigi Pirandello


Riflessioni
olio su tela 50x70

Riflessioni

Un uomo nasce, vive e muore
sempre recitando il suo ruolo.
Fino a che punto è in grado di modificare
i personaggi che ha creato e ottimizzato,
complici gli altri,
se guardandosi allo specchio,
per piacersi,
si pettina sempre con la riga a sinistra?
Vincent

giovedì, marzo 01, 2007

Poesie

Voglio mettere a confronto, per un possibile parere sulla diversità dei sentimenti e dei contenuti, poesie scritte qualche anno fa e poesie recenti. Io non ricordo bene quando ho iniziato a comporre così come non ricordo quando ho iniziato a nuotare. E' qualcosa che è stata sempre dentro di me e che faccio da sempre fin da quando ero molto bambino, ma non mi sono mai proposto agli altri, se non adesso sul blog.

L'amore del marinaio
Tastavi con le tue moine
tra il pettaccio della giacca e la camicia.

Io,
ebbro di vino,
ti lasciavo fare;
ma non capivo il tuo scopo
ora che l'amore era finito.

Quando me n'andai
m'accorsi, nel pagare il taxi,
che il portafogli era sparito.

Capivo troppo tardi
le tue scene nel lasciarmi,
il tuo abbraccio di saluto,
il tuo amore prezzolato.
Vincent


Addio
Il nostro silenzio,
spoglio di immagini
e di teneri amplessi
ci vedeva seduti sulla panchina

Eremiti dell'amore,
sorseggiavamo sfiniti
quel calice amaro
che avevamo ereditato
da mille e mille ombre
che si beffavano di noi
a mani giunte
nell'ave crepuscolare
su un palcoscenico di ciotoli,
dietro un sipario di pini
nella rappresentazione drammatica
della scena di chiusura.
Vincent

Immensi silenzi
Chiusa la porta.
In difesa della tua solitudine
ti confondi tra i rami degli alberi,
inaccessibili alberi.
Giù nel sentiero
un uomo guarda le foglie gialle cadere
e tra i rami scorge la luce del sole.

Immensi silenzi


Sagome e tormenti
controluce si confondono
e turbano la mente.
Foglie gialle e verdi,
riflessi pungenti,
emozioni,

tenerezze,
sogni,
incertezze;
tutto in discussione
pure l'essere,
goccia o mare
senza limiti e confini.

le foglie gialle cadono,
le foglie verdi ingialliscono.
Vincent

Ora voglio proporre qualche poesia che ho scritto recentemente:

IL Mercato dei Pupi.

Nel centro antico,
strade strette,
finestre che guardano finestre,

nell’intimità semi nascosta da tende velate
che lasciano trasparire senza trafugare

la reale dimensione
d’una vita di falsi pudori e grandi illusioni.

E’ la vita che passa,
ogni giorno che passa,
sull’uomo che passa,
nel tempo immobile e cristallizzato
di un’epoca che corre a perdi fiato.

Giù nelle strade,
aromi e spezie,
pesci, frutti esotici, abiti usati,
una folla marcia impazzita
tra i tendoni variopinti
per riempirsi la pancia
senza mai alzare gli occhi al cielo.

Poi nel crepuscolo,
tra le luci che s’accendono,
grida, risate, pianti, profumi e sapori
allagano l’aria delle strade strette
con il rimpianto melanconico di non esser tra di loro.

Lingue sconosciute,
ombre che si confondono col nero delle stanze,
tra le lenzuola bianche.
Angosce che s’addormentano nell’intimità confusa
tra nostalgici rimpianti e illuse speranze
d’una povertà ormai conclusa.

E’ la vita che passa,
senza sapere perché
senza sapere quando.

Vincent


L’oro dei poveri.

Nel fuoco del tramonto
gabbiani e vele bianche scivolano sul mare
mentre sulla spiaggia dorata
canzoni d’amore
e una vecchia chitarra
salutano il sole che scompare.

Che nostalgica malinconia m’assale!

Il sole torlo d’uovo
si riflette sulle acque azzurro cupo
galleggiando come oro.
L’Oro dei poveri,
che converge naturalmente
negli occhi e meraviglia le menti.

Si!, si può essere felici
senza possedere niente!

Solo uno sguardo,
una canzone stonata,
una chitarra scordata,
un bacio rubato,
un pallone bucato,
un sospiro d’amore,
un tenero abbraccio,
e tu che senza malizia,
mi offri il tuo seno,
gonfio di passione,
dietro una capanna sgangherata
nelle lunghe ombre di un sole
che languidamente muore.

Vincent




mercoledì, febbraio 28, 2007

LA TRATTA DELLE SCHIAVE


LA TRATTA DELLE SCHIAVE
OLIO SU TELA 100X140

Nel 1965 in Italia era scoppiato uno scandalo che fece allora molto scalpore:
Due ragazze milanesi erano state (si disse) sequestrate e portate in Liberia per soddisfare i piaceri dei ricchi del posto.
La nave sulla quale ero ufficiale di coperta fece scalo prima a Buchanan e poi a Monrovia (due porti della Liberia) per caricare minerale di ferro destinati alla Italsider di Bagnoli (NA).
Fu in quella occasione che in un night di Monrovia incontrai Carla Portinari una di quelle ragazze sequestrate.
Io allora non sapevo dello scandalo (che appresi solo al rientro in Italia) e così dopo tanti anni ricordo ancora quell'incontro. Era carina, distinta, gentile con lo sguardo triste ed un sorriso appena accennato, necessario per intrattenere i clienti. Nella nostra conversazione non fece alcun cenno all'episodio di violenza subita, ma si limitò all'intrattenimento.
A distanza di molti decenni quando per strada incontro le giovani ragazze straniere vicino ai fuochi rivivo il mio ricordo e rifletto sulle tragedie umane di ciascuna.
Queste tristezze e violenze mi hanno ispirato il quadro La Tratta delle Schiave.
Vincent

sabato, febbraio 10, 2007

Come intendo la pittura


PAOLO E FRANCESCA
OLIO SU TELA 80X120

Quinta puntata.
Ritengo che il pittore deve convivere con la realtà delle immagini o meglio essere parte di loro o meglio ancora imprigionare i sentimenti dei personaggi dentro di sè e poi farli esplodere come una flash di luce sulla tela.

Ho dipinto Paolo e Francesca dell'Inferno Dantesco su una tela di dimensioni 100x120.
Prima di iniziare a dipingere ho letto e riletto per giorni quel canto cercando di cogliere i sentimenti più profondi dei personaggi, l'atmosfera soffusamente misteriosa, la violenza esplosa, l'amore represso.
Ho cercato dentro di me di agganciare, sfruttando le esperienze personali, gli stati d'animo e le atmosfere del canto dantesco. Ho macerato dentro di me tutto per giorni, ritrovandomi triste, oppresso, soffocato offeso dalla brutale violenza, follemente innamorato della mia Francesca, annullato per il distacco fisico, consapevole di un amore che il tempo non potrà mai cancellare.
Poi ho iniziato a dipingere facendo esplodere i sentimenti con i colori e le forme. La parte centrale del quadro è occupata da un abbraccio tra Paolo e Francesca che è spettacolare per l'intensità, l'amore, la soave tenerezza dei sentimenti.
Chi legge deve scusarmi non so inserire le immagini nei post e pertanto non riesco a mostrare le immagini. Gradirei qualche istruzione su come fare.
Vimas

Assioma

Un punto non ha nè anima e nè corpo.
E' un ente senza forma e dimensioni.
Neanche i più potenti microscopi potrebbero rilevarne la presenza.
Non può gioire nè soffrire,nè piangere o lamentarsi del destino che l'ha imprigionato
ad essere fino alla fine del creato solo un concetto senza alcun libero arbitrio.
Ogni altra realtà può mutare; può, anche con immensi sforzi della mente, cambiando i presupposti e le ipotesi liberarsi e trasformarsi senza alterare le fondamenta di alcuna scienza.
Il punto no!
E' solo destinato ad essere perennemente in moto continuo per generare rette, piani, spazi, curve,figure, solidi, ecc. senza capire, al suo livello, il perchè di questa siffatta costretta costruzione.
Il suo concetto è al di fuori di ogni grandezza assoluta o relativa. Può generare l'infinitesimo sempre più piccolo così come l'infinito matematico ed è in grado di raggiungere ogni massimo, ogni minimo, ogni limite, di ogni e qualsiasi funzione.
Mente eccelsa chi ne ha colto l'essenza. Forse neanche lui allora sapeva cosa sarebbe diventato questo punto all'apparenza tanto bistrattato.
Vimas