martedì, novembre 07, 2006

Iraq 2006


LA STRAGE DI NASSERIYA
12/11/2003

Adesso che con la morte di Saddam si è concluso un ciclo ed il paese si trova sull'orlo del baratro, sento il dovere di pubblicare in versi il sentimento che ha suscitato l'intervento in Iraq, la tragedia vissuta dalle famiglie italiane e dalla popolazione irachena che ha subito e subisce inerme gli eventi.
Iraq 2006

La guerra è finita!

La guerra è finita!

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Il dittatore a morte!

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La folla esasperata da decenni di tirannia

Distruggeva i simboli del padre padrone

Inneggiando all’amico invasore.

Gli stati alleati, vinta la guerra,

si spartivano la ricostruzione

d’un paese ricco di risorse

ma privato di ogni organizzazione.

Poveri uomini, donne e bambini

oppressi da anni sotto il tiranno,

decimati poi dalla filosofia

del mondo occidentale,

per una democrazia che di tutto sa

meno che di libertà.

Insorti, ribelli, terroristi, resistenti,

giovani, vecchi e bambini,

ovunque siete non avete scampo!

Destinati a morire in una guerra incivile a tutto campo

Sotto il fuoco amico o lo scoppio d’un ordigno.

Come trovate la forza di andare avanti,

se ogni giorno tra le macerie fumanti

lasciate gambe, braccia, padri, madri e figli.

Ché la moralità di chi comanda,

con palese inganno e propaganda,

oscura morti e volti

di questi popoli senza voce.

Ora si faccia il governo

Democraticamente eletto

Da vinti e vincitori

Non tenendo conto dei kamikaze

Che tra la folla spargono morte e terrore.

E che dire anche della polizia locale,

istruita pria dal tiranno e poi dagli alleati vincitori

a sparare a vista senza alcun loro danno

imponendo la legge del taglione.

Poveri uomini, donne e bambini

birilli d’un gioco oscuro,

volti offesi e lacrime pungenti

travolti dalla tirannia e dalla democratizzazione.

Si, anch’io ho pianto

per i nostri uomini,

martiri inconsapevoli d’un tragico inganno,

per il popolo iracheno

prima affamato e soffocato,

poi liberato, mortificato ed ingannato

senza pace, senza onore,

senza tregua e senza amore.

Vorrei stringerli tutti in un grande abbraccio

e, se fossi Dio,

trascinarli in un giardino fiorito

Pieno d’acque limpide e senza petrolio

Dove nelle immense distese verdi

Morti, zoppi, orfani e vivi pieni di dolore,

professando liberamente la propria religione

potrebbero vivere senza timore

dell’auto bomba o del fuoco amico,

amando la propria e l’altrui vita

al di sopra di ogni immaginazione.

Vincent

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